Una perla nascosta al termine di un ripido sentiero che scende dalle mura di Porchia. Immersa nella vegetazione, la piccola chiesa della Madonna della Pace è una vera oasi. La sua costruzione per i suoi caratteri tipologici è databile presumibilmente al XV secolo. Fu oggetto di ampliamento e riassetto intorno al sec. XVIII. Nella visita apostolica di mons. Maremonti del 1573 non si fa menzione nella località di Porchia di questa chiesa. Una lapide posta nella parete a sinistra della chiesa dice che fu riedificata nel 1902 con l’aiuto della regina Margherita e della popolazione porchiese. Il portico a due fornici ogivali è frutto della ricostruzione novecentesca. Sul cornicione insiste il frontone triangolare, coronato da un fregio lineare in cotto. Sulla sinistra, sopraelevato sul tetto, è il campanile a vela, ad un fornice. La chiesa ha pianta rettangolare, disposta perpendicolarmente rispetto all'ingresso. Due finestre quadrate la illuminano naturalmente. Il presbiterio è introdotto da un arco a tutto sesto sostenuto da pilastri in mattoni. Sulla parete di fondo insiste il dossale dell'altare preconciliare, oggi scomparso. La nicchia centrale, centinata, è inserita tra due lesene con capitelli corinzi. Sopra l'architrave è il timpano triangolare, con cornice modanata. Le lesene e il timpano sono rivestiti di marmo venato arancio. Altri materiali rivestono il contorno della nicchia, dove è posta la statua della Madonna col Bambino. La chiesa, costruita con tecniche tradizionali, è in muratura portante realizzata con mattoni pieni e conci di pietra locale amalgamati con calce. Le superfici esterne sono rivestite in mattoni, mentre i parati interni sono intonacati e tinteggiati. Un tetto a capanna copre l'edificio. Travi in legno sostengono l'orditura delle terzere sulla quali appoggiano le pianelle in cotto. La superficie esterna è ammantata di coppi. Raggiungibile solo a piedi, la strada per arrivare, seppur breve, è piuttosto ripida e richiede un abbigliamento adeguato, ma ne vale la pena.














