La chiesa è incastonata come un gioiello nel tessuto urbano del borgo, il particolare appellativo troverebbe giustificazione nella vegetazione patrignonese caratterizzata dall’abbondante presenza di piante a basso fusto come i vimini. Suggestivi i giochi di luce e l’atmosfera magnetica che si vive al suo interno. In stile romanico, affacciata su una raccolta piazzetta, costruita intorno alla prima metà XIV secolo e oggetto di successivi interventi architettonici nel Quattrocento e nel Novecento. Contiene affreschi dei sec. XIV, XV, XVI appartenenti al Pagani, a Paolo da Visso, Francesco Agnello e Giacomo Bonfini, e opere di scultura e intaglio che la rendono un vero scrigno d’arte. All'interno una pianta pressocchè rettangolare divisa in tre navate della stessa altezza con unica copertura a capanna, all’interno conserva nella navata sinistra dei preziosi affreschi come la “Natività” e l'Adorazione dei Magi” attribuiti a Fra' Marino Angeli, autore anche dei due affreschi votivi dedicati a Sant’Amico e San Rocco, dipinti tra il 1459 e il 1463. Al patrignonese Giacomo Bonfini (1470-1533), vengono attribuiti gli affreschi raffiguranti la Madonna della Misericordia, S.Caterina d' Alessandria, San Ludovico da Tolosa e San Giacomo di Compostela. Ugualmente pregevoli il tabernacolo in legno dorato opera dell’intagliatore Desiderio Bonfini e la pala dipinta da Francesco Agnelli da Patrignone, raffigurante La Madonna del Rosario e quindici Misteri, posta nella zona presbiteriale e databile 1577. A Martino Bonfini, altro membro di questa prestigiosa famiglia di Patrignone, sono invece attribuite due tele, una con il tema della “Madonna con Bambino tra i santi Gerolamo e Francesco” e l' altra con “San Arcangelo”. Sull’altare di sinistra, in una teca di vetro, viene conservata una Pietà in terracotta del XIV secolo. La chiesa di S. Maria de Viminatu può quindi essere paragonata a un libro dove ogni pagina racconta la storia e lo sviluppo del castello di Patrignone. I dipinti e gli arredi rivelano la tradizione pittorica ed artigianale di un territorio, scandiscono il passaggio da un'epoca ad un altra, mostrano la successione di mani, stili, abiti, ambientazioni che diventano espressione della tradizione locale, è in sintesi l’espressione più bella della devozione dei patrignonesi, promossa dai monaci farfensi e dal mecenatismo dei Bonfini.
La chiesa è visitabile la domenica mattina in occasione della funzione religiosa delle ore 10:00.














