Porchia

Porchia, un tempo comune autonomo e oggi frazione di Montalto delle Marche, è un borgo storico incastonato su una lingua di terra a 349 msl, ricco di tracce nobili del suo passato. Le strette vie e i resti delle mura raccontano la sua lunga storia. Il territorio di Porchia è abitato fin dall’antichità, come testimoniano la presenza di necropoli sia picene che romane. L’origine stessa del nome si riferisce al termine gromatico “Porcla”, letteralmente “terra sollevata tra due solchi”. La fondazione vera e propria risale però al IV secolo, durante le invasioni barbariche. Castrum medievale sotto l’influenza degli abati farfensi. Nel 1291 il papa ascolano Niccolò IV attribuisce al castello la prima forma di autonomia, ammettendolo all’elezione del podestà. Di lì a poco Porchia entra a far parte dei castelli di Ascoli, come baluardo nordorientale della città. Ascoli offre a sua volta aiuto militare al castello (1319-1321). Di questo status la frazione reca tuttora memoria, con la partecipazione della sua rappresentanza alla Quintana di Ascoli Piceno. Nel 1586 Sisto V eleva a sede vescovile la sua città e il primo vescovo di Montalto sarà Paolo Emilio Giovannini, nativo proprio del castello di Porchia, fondamentale poi il lavoro dei fornaciai porchiesi che fornirono i mattoni per la costruzione della nuova cattedrale. 

Il comune di Porchia con regio decreto nel 1866 cessa di esistere e viene accorpato definitivamente a Montalto delle Marche.

Da vedere